Fragilità finanziaria delle Aziende
Gli aiuti e i sostegni posti in essere dal governo e dal sistema bancario nazionale nel corso dei due anni passati hanno avuto il merito di consentire la sopravvivenza delle imprese, specie Pmi, la tenuta dell’ occupazione e una transizione verso tempi di nuova normalità. Imprese buone e imprese meno buone vengono messe nella situazione di continuare a restare operative.
In un recente studio condotto da Caselli e Chiarella, si è cercato di capire quante aziende «non sane» – qualcuno le definisce zombie firm – sono attualmente presenti in Italia, quale sia il loro grado di fragilità finanziaria e, soprattutto, quali effetti potrebbero manifestarsi quando le diverse misure di sostegno messe in atto durante l’ emergenza Covid venissero meno.
Ebbene, anche considerando lo scenario di ricapitalizzazione meno esigente, la quantificazione della carenza di equity è di circa 188 miliardi di euro, di cui 37 concentrati in imprese zombie. A dicembre 2021 l’ ammontare di prestiti che beneficiavano di moratoria raggiungeva i 36 miliardi di euro. A fine 2021, invece, l’ ammontare di finanziamenti garantiti dal Fondo centrale di garanzia è aumentato di oltre 6 miliardi rispetto al 2020, superando i 190 miliardi, di cui oltre 27 messi in campo sulla base del decreto Cura Italia relativo alla moratoria.
Infine, riguardo Sace, limitando il quantum al nuovo mandato relativo a Garanzia Italia, il decreto Liquidità ha destinato un budget di 200 miliardi. A dicembre 2020 il valore totale di prestiti garantiti ha raggiunto circa 21 miliardi, mentre a fine 2021 il valore totale dei prestiti garantiti Sace ha raggiunto circa 32 miliardi. La Legge di Bilancio 2022, insieme al Decreto Milleproroghe, prevede un phasing-out graduale delle misure attuali per garantire una ripresa lineare delle imprese colpite dalla pandemia. In particolare, la nuova Legge di Bilancio prevederebbe l’ estensione dello schema di garanzia pubblica insieme alla re-introduzione di una commissione in favore di Mcc basata sul sistema di rating e un leggero inasprimento dei requisiti di accesso al credito.
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