L’Istat rettifica il PIL
Un errore di calcolo e l’Istat deve rifare i conti: il Pil nominale nel 2021, l’ anno della grande ripartenza, non è cresciuto del 7,5%, ma del 7,1-7,2%.  Un Pil nominale più basso significa anche una variazione del rapporto tra prodotto interno lordo e debito pubblico: la discesa non è dal 155,3 al 150,4%, ma si ferma circa al 151%, secondo le stime di Carlo Cottarelli, direttore dell’ Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica.  La correzione dell’Istat arriva mentre il governo inizia a stringere sul Def, il Documento di economia e finanza che l’esecutivo deve presentare entro il prossimo 10 aprile («chiuderemo entro la fine del mese» assicura la viceministra del Tesoro Laura Castelli).  Il ministro Daniele Franco in audizione al Senato spiega che servirà ancora una manovra espansiva, con risorse destinate al mondo produttivo in difficoltà per il caro-energia esasperato dalla guerra: «Nel programma di stabilità 2022 sarà messo a punto il quadro previsivo e macroeconomico di finanza pubblica e saranno considerati i fattori di rischio legati al conflitto in Ucraina.

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