Univendita: “La vendita diretta non ha bisogno di algoritmi”.
L’evento organizzato da Univendita-Confcommercio al Cnel ha presentato l’indagine “Un lavoro su misura oltre gli algoritmi”, curata dall’Università La Sapienza. Al centro, l’impatto della Direttiva UE 2024/2831 sul lavoro gestito da algoritmi, con particolare attenzione alla vendita diretta, settore dalle caratteristiche peculiari. L’indagine ha mostrato come l’applicazione delle nuove norme rischi di colpire realtà non assimilabili alle piattaforme digitali classiche. L’incontro ha visto la partecipazione di accademici, politici e istituzioni. Tra gli interventi, quelli di Renato Brunetta (Cnel), Ciro Sinatra (Univendita) e rappresentanti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato. Ha moderato Vincenzo La Manna (Askanews).
Unvendita, rappresentata da Ciro Sinatra, ha presentato al Cnel un’indagine sull’identikit dei venditori diretti a domicilio in Italia. La ricerca, condotta su circa 500 addetti del settore che fattura 3 miliardi di euro annui, evidenzia che questi venditori hanno in media circa 53 anni, con un livello di istruzione medio-alto e una maggioranza femminile. Si tratta di professionisti che apprezzano autonomia, flessibilità e relazioni dirette con i clienti, spesso tramite passaparola e contatti diretti, e che sono molto soddisfatti del proprio lavoro, svolgendolo da anni.
La maggior parte si considera lavoratore autonomo, con un utilizzo limitato di tecnologie e algoritmi di controllo aziendale, preferendo un approccio relazionale e personale. La loro attività rappresenta una scelta professionale stabile e gratificante, con molti che hanno lavorato come dipendenti prima di passare alla vendita diretta. L’indagine sottolinea inoltre come il settore sia basato su lavoro e meritocrazia, con attenzione alla parità di genere, e si distingue nettamente dal modello di lavoro su piattaforme digitali, che si basa su algoritmi e regole rigide.
Durante la presentazione al Cnel, Sinatra ha evidenziato che la vendita diretta valorizza la persona e si differenzia dai lavori soggetti a controlli automatici tramite algoritmi. Chiede al legislatore di distinguere chiaramente tra il modello di vendita diretta e quello delle piattaforme digitali, per tutelare questa forma di lavoro come un’opportunità di crescita umana e professionale.